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Visualizzazione dei post da giugno, 2020

Sartre

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La differenza è che lui introduce un esistenzialismo laico. Per lui la questione era legata soprattutto al problema dell'uomo, l'uomo che vive questi momenti di angoscia, sofferenza, travaglio ecc.. deve andare a cercare le risposte non al di fuori ma dentro di lui. L'uomo risolve tutto quello che riguarda il problema esistenziale all'interno di sé, quindi non c'è spazio per dio nella sua filosofia. Quindi focalizza l'interesse nell'interiorità e quindi sull'uomo. Con Sartre la filosofia assume delle caratteristiche piuttosto differenti perché l'esistenzialismo si apre e non rimane più all'interno delle accademie e delle università ma in questo periodo la filosofia si apre. Sartre fu il compagno di vita di un'altra filosofa Simone De Beauvoir, la quale fu una rappresentante del movimento femminista e diede la possibilità a Sartre di analizzare la questione femminile anche dal punto di vista di una delle attiviste principali di qu

Heidegger

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Nella prima fase del suo pensiero, espressa ad esempio in  Essere e tempo , egli privilegia l' Esserci , cioè l'Uomo, come luogo in cui soltanto affiora il senso dell'essere, e dunque come centro della realtà. Nella seconda fase del suo pensiero, successiva alla  Kehre  (attorno al 1930), Heidegger rifiutò la definizione di esistenzialista (in particolare nella  Lettera sull'umanesimo  del 1947): il baricentro di tutto non è più l'uomo, ma l'essere. Con Husserl, Heidegger rinuncia a una interpretazione globale della realtà, cioè alla metafisica (intesa almeno in senso classico): la ragione non può interpretare  esaurientemente  il senso dell'essere; in altre parole l'uomo non può, ragionando, arrivare a dire: “ecco, adesso ho  capito  perché c'è la realtà che vedo e perchè io vivo”. Come per Husserl tutto quello che la filosofia può fare è, piuttosto che intrepretare,  descrivere , e ciò che è descritto è il fenomeno. La filosofia è  fenomenolog

Husserl

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Edmund Husserl nasce il 1859 a Prossnitz (attuale Repubblica Ceca) da una famiglia ebrea benestante. Portato per la matematica, si laurea in questa materia nel 1883. Successivamente si orienta verso gli studi filosofici, influenzazo in questo dalla personalità di Franz Brentano (docente di filosofia all'Università di Vienna e professore di Husserl). Si dedica all'insegnamento presso varie università tra cui quelle di Gottinga e Friburgo, dove conosce Heidegger. A seguito dell'avvento del nazismo, viene destituito da tutte le cariche e privato della cittadinanza tedesca. Muore a Friburgo nel 1938. Tutta la sua vita viene dedicata allo studio, alla ricerca dell'ideale della chiarezza. In quegli anni si sviluppa il movimento fenomenologico, di cui Husserl é il fondatore ed il maggior rappresentante.  La sua ultima opera " La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale" è forse quella che meglio spiega il suo pensiero: la civiltà europea, deva

domande di comprensione su Husserl

1. Esiste per Husserl un’accezione negativa di scetticismo, quella secondo cui la ragione si dissolve in un relativismo esasperato ma anche l’idea che lo scetticismo sia un passaggio necessario per l’argomentazione razionale e rispecchi la capacità stessa di mettere in questione radicalmente quelle certezze che si intrecciano fideisticamente nel rapporto tra vita e sapere scientifico. 2. Husserl ricorre al concetto chiave di intenzionalità, riprendendolo dal suo maestro Brentano. Quest’ultimo aveva messo in evidenza la capacità della mente di rapportarsi ad oggetti non esistenti “concretamente” nel mondo. Il termine intenzionalità riguarda anzitutto i fenomeni psichici, cioè i «vissuti» della coscienza.  Centrale è il concetto di “intenzionalità”, che contraddistingue per Husserl ogni atto ed operazione della coscienza: pensare qualcosa è sempre un “tendere verso”, un moto orientato verso un oggetto che rimane irriducibile alla coscienza ma a cui il moto stesso imprime una “