Bergson

Pensiero di Bergson - WikipediaIl pensiero di Bergson si sviluppa dal concetto di tempo elaborato dalla fisica. Il tempo per la scienza è privo di durata, cioé esattamente la caratteristica che lo definisce. Il tempo visto dalla scienza é un tempo spazializzato, una successione misurabile ed uguale di istanti che possiamo raffigurare come una linea retta costituita da una serie infinita di punti tutti uguali. Questa immagine del tempo é quella fornita dall'orologio e ci da la rappresentazione dell'istante con la posizione delle lancette, ma non conserva nulla del tempo trascorso. Certamente questo concetto di tempo è utile in quanto, essendo misurabile, ci consente di organizzare la vita sociale (ad esempio se non esistesse questo concetto di tempo  non sapremmo quando prendere un treno e regnerebbe il caos). Secondo Bergson però questo non è il solo tempo che esiste. A fianco del tempo della scienza esiste il tempo della coscienza. Questo tempo non è fatto di singoli istanti ma di un flusso continuo di stati di coscienza dove passato, presente e futuro si fondono. Il tempo della coscienza è dato dal confluire del passato nel presente (grazie alla memoria) e del presente nel futuro attraverso l'anticipazione (cioè la progettualità). Così tutte le misure del tempo vengono a perdere significato.
 Il tempo interiore e i suoi caratteri

Il tempo interiore presenta varie caratteristiche:


  • é il tempo della durata: cioè il tempo che dura, il passato che é presente (ciò che non é più, ció che è ancora e forse ciò che sará);
  • è il tempo della vita: cioè delle cose che hanno significato particolare per ciascuno di noi e che appartengono alla vita vissuta;
  • é il tempo qualitativo: perchè non é possibile misurarlo ed ha senso solo per il ricordo che suscita in noi;
  • è un flusso continuo: che non può essere suddiviso in parti come gli istanti che sono separati l'uno dall'altro sul quadrante dell'orologio.
 L'ampliamento del concetto di memoria


La coscienza si identifica con la memoria, ma per Bergson la memoria viene intesa in senso più ampio. Nell'opera "Materia e memoria"egli identifica tre aspetti:

  • il ricordo puro o memoria pura: è la coscienza stessa, la conservazione dell'esperienza vissuta. E´il deposito di tutti i ricordi passati, registra automaticamente tutto ciò che viviamo in modo inconsapevole e ci accompagna in ogni  momento senza che ce ne accorgiamo;
  • il ricordo-immagine: è il modo in cui il nostro passato si concretizza facendosi (in parte, con frammenti) presente qui ed ora. E`una piccola porzione della memoria complessiva. Il suo materializzarsi avviene ad opera del cervello per uno scopo. Per Bergson la "coscienza", pur essendo memoria non è sempre ricordo, cioè non é sempre attualizzata. E' una dimensione più ampia, un fatto fisiologico e questo fa si che il materializzarsi del ricordo-immagine più essere soggetto ad alterazioni e disturbi dovuti ad esempio a lesioni celebrali. A tal proposito Bergson da una sua interpretazione delle malattie che alterano il ricordo. Egli afferma che le malattie colpiscono solo il ricordo-immagine cioé la memoria di superficie, non il ricordo puro. Quello che si perde è la capacità del cervello di fare da filtro tra il "materiale" in esso contenuto. Secondo Bergson il nostro passato non si perde mai, è sempre disponibile anche se in modo inconscio;
  • la percezione: è la facoltà che ci lega al mondo esterno e seleziona i dati che ci sono più utili ai fini della vita concreta. Rientra nelle attività del corpo che limitano la coscienza (per Bergson il corpo ha per funzione essenziale quella di limitare, in vista dell'azione, la vita dello spirito). Memoria e percezione rappresentano i due opposti: lo spirito ed il corpo. Il primo comprende tutta la vita vissuta, il secondo si concentra sul presente e sulle necessitá pratiche, portando allo scoperto solo parte della vita vissuta. Per questo una percezione isolata come un suono, un odore, un'immagine, può far riaffiorare il ricordo (cioè l'emergere della memoria profonda, sommersa sotto il livello consapevole). Questa teoria richiama quella dell'inconscio di Freud.





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